Marco Sappino (a cura di), Dizionario del calcio italiano, vol. Verona è la quinta città italiana dopo Milano, Torino, Roma e Genova a vantare un derby nella massima serie, oltre che la prima e a tutt’oggi l’unica, nel panorama calcistico maschile italiano, a non essere un capoluogo di regione. Nel campionato 1933-1934, allenato da Cesare Migliorini, il club andò vicino per la prima volta all’approdo in Serie A, vincendo il girone B sopravanzando di una lunghezza i modenesi, e qualificandosi al girone finale valevole per la promozione. Nella Coppa Liberazione (da alcuni chiamata anche Coppa Salerno Capitale) fu usata dalla Salernitana per la prima volta la maglia di colore «granata». Serie A con la maglia granata il 29 maggio 1930 nella vittoriosa trasferta (2-0) sul campo della Pro Vercelli. Nella finale del campionato d’Europa 1988 in Germania Ovest, Alejnikov, schierato come difensore centrale, ha il compito di marcare Marco van Basten: ci riesce fino a quando l’olandese non s’inventa la magia realizzando il suo miglior gol in carriera con una conclusione al volo a pochi passi dalla linea di fondo campo.
2017-18 – Non si iscrive al campionato di Eccellenza. I campionati di calcio erano fermi dalla fine del campionato 1942-1943 e dopo lo Sbarco di Anzio da parte degli alleati nel gennaio del 1944, in molte zone dell’Italia meridionale da poco liberata si cerca di far ripartire lentamente e tra mille difficoltà la vita di tutti i giorni, riaprire le attività commerciali ed industriali e si ritorna anche a parlare di calcio. I militari del Nucleo Mobile della Tenenza di Popoli, nell’ambito del dispositivo operativo per il contrasto alla contraffazione e all’abusivismo commerciale hanno concentrato l’attività di controllo nelle zone interne della provincia e nella Val Pescara. Inoltre deve tenere sotto controllo tutti gli aspetti contrattuali inerenti ai tesserati appartenenti alla sezione tecnica. Il 16 luglio, invece, gli spezzini sovvertirono i pronostici battendo i granata: questi ultimi furono probabilmente penalizzati da una stancante trasferta a Trieste per un’amichevole di due giorni prima, a cui furono obbligati a partecipare dalla Federazione. Con il fermo delle attività della FIGC, in alcune regioni meridionali si pensò di far ripartire il calcio almeno su una base regionale e, come nel caso della Campania, fu organizzato questo torneo che, sebbene non sia stato mai riconosciuto dalla FIGC, da lì a qualche anno avrebbe avuto il suo peso su alcune scelte della Federazione.
Visto che questa pratica rientra a buon diritto nel novero delle false interviste, vogliamo darne qui un esempio concreto. Per fortuna nel negozio di un droghiere erano rimaste ancora poche confezioni del colorante “Superiride”, astucci rossi e neri. Ritiratosi, aprì un grande negozio di giocattoli a Torino, in piazza Castello, vicino al bar dell’amico e collega Gianpiero Combi. Risolto il problema del campo di gioco con la concessione da parte del Comando Alleato del vecchio terreno di Piazza d’Armi, restava per i dirigenti salernitani il problema delle maglie. «Quando nel 1944 Vincenzo Barone, Giacinto Vicinanza, Cecetto Del Galdo e altri appassionati sportivi tirarono fuori dalle macerie della guerra la Salernitana insieme a palloni e scarpe, furono costretti in un primo momento a rinunciare a partecipare alla Coppa della Liberazione per la mancanza del campo da gioco (l’ex Littorio poi Vestuti era occupato dalle truppe alleate) e delle maglie andate perdute sotto i bombardamenti.
Era un poderoso attaccante dotato di un potente tiro. Un attaccante è un giocatore di una squadra di calcio che eccelle in posizione di attacco, il più vicino alla porta della squadra avversaria, ed è a lui affidato il compito di segnare per la squadra. Il blocco è un’azione fisica di impedimento del movimento del diretto avversario con lo scopo di facilitare il movimento o il tiro di un proprio compagno di squadra (come nella disciplina del basket). La Barra Brava musicalmente più all’avanguardia di tutto il Sudamerica, sempre al fianco della propria squadra senza chiedere mai niente in cambio. Si legge in La Guerra dei codici di Stephen Budiansky: “In Gran Bretagna qualsiasi cosa avesse a che fare con grasso e scatole di cambio era competenza di macchinisti e autisti, non certo di gentiluomini”. Con il cambio di quest’ultima si procedette a una leggera modifica con anche un ingrandimento dei quattro mori.
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