E questo ragionamento riguarda l’attuale posizione occupata dal calcio italiano nel sistema globale, la sua competitività agonistica e commerciale. Nel corso del decennio la Subbuteo produce altre miniature: le winged short e le chunky, particolarmente sproporzionate; le scarecrow, così chiamate perché la posizione delle braccia del calciatorino ricorda quelle di uno spaventapasseri; le zombie, poco dettagliate ma con l’innesto a piolo e non più a barretta. Il campionato italiano ha smesso da anni di formare talenti italiani, ma per lungo tempo è stato uno di quelli più importanti sul piano del reclutamento perché in Italia passavano i migliori calciatori del mondo. Ebbene, anche questi sono i giocatori che al giorno d’oggi vengono reclutati dal nostro campionato. Adesso invece il nostro è un campionato in cui si fa reclutamento di seconde e terze scelte sul mercato internazionale. Casomai fanno anticamera e approvano scelte fatte da altri. So di un mio cugino che invece è andato a » sgobbo» a 7 anni. Anche nei momenti difficili si rafforza il mio interismo. Ma alla fine della scorsa stagione si è avuta una brusca inversione di tendenza, anche a causa del minore potere di spesa da parte di Rybolovlyev determinato dalle conseguenze finanziarie di un rovinoso divorzio, e ciò ha portato il Monaco nella seconda fascia di questo sistema.
E quanto sia ormai gregario il ruolo dei club italiani di prima fascia è dimostrato dalle due ultime sessioni del calciomercato, quella estiva 2014 e quella invernale in corso. Torres è stato addirittura già mandato via per avere in cambio un esubero di un club di seconda fascia, Cerci dall’Atletico Madrid. In questo momento il gruppo e formato dal quartetto inglese (Arsenal, Chelsea e i due Manchester, col Liverpool che sta provando a rientrare nella cerchia dopo aver attraversato un momento di crisi), dal Bayern Monaco, dal Paris-Saint Germain, da Barcellona e Real Madrid. Il Milan ha addirittura esagerato: Alex dal Paris-Saint Germain, Diego Lopez dal Real Madrid, Torres e Van Ginkel dal Chelsea. I primi anni 2000, con Adidas, regalarono al Real maglie all’altezza della squadra di campioni che scendeva in campo. Il rendimento in campo di quasi tutti costoro (lasciando da parte i due interisti arrivati a gennaio, per i quali non si può ancora esprimere un giudizio) oscilla fra il mediocre e lo scadente.
Calciatori che in molti casi vanno via senza aver mai messo piede in campo. E poi c’è la terza fascia, formata dalla vasta schiera di club minori che non hanno nessun potere negoziale nei confronti degli attori dell’economia parallela: penso ai rumeni del Cluj Napoca (club che non a caso ha una vasta colonia di calciatori portoghesi), allo Sporting Braga e al Rio Ave che in Portogallo sono delle dependance di Jorge Mendes, a club dell’est Europa come il Partizan Belgrado, la Dinamo Zagabria, a tutti i principali club sudamericani che ormai sono strangolati dai fondi d’investimento. Il club del Principato rimane comunque un circolo privato di Jorge Mendes, il superagente che è al giorno d? Questo è il gruppo dei club che hanno abbastanza forza economica per trattare alla pari con gli attori dell’economia parallela, e in qualche caso ne sono alleati: per esempio il Chelsea e i due Manchester. Il 1º maggio, grazie alla vittoria per 4-3 sulla Ternana, i biancorossi centrano la salvezza con due giornate d’anticipo, per poi chiudere la stagione al dodicesimo posto. Ha anzi due occasioni da gol nitide e concede un paio di presupposti per azioni da gol serie, senza che gli attaccanti della Fiorentina riescano ad impensierire Strakosha.
Lupi al comando del girone 3 di poule scudetto con il 22 gol del centravanti. Un tempo l’Inter, la Juventus e il Milan erano club fondatori della lobby del G-14, quella che sventolava la minaccia della Superlega Europea e costringeva l’Uefa a partorire quest’orrenda versione della Champions League (con le federazioni più forti che possono arrivare a allineare fini a quattro club nella fase a gironi) in luogo della vecchia Coppa dei Campioni. L’èlite dei club europei, quelli capaci di associare fattori come la tradizione, la forza economica e politica, e il valore sportivo, si è sempre più ristretta. Se si guarda alla realtà italiana si scopre come i grandi club, quelli che un tempo appartenevano all’élite europea o lottavano per entrarci, si trovino adesso schiacciati fra la prima e la seconda fascia. ARSENAL (seconda maglia) – ufficiale – La prossima maglia da trasferta dei Gunners ha una base nera, combinata con il rosso e il verde in omaggio agli ex giocatori David Rocastle e Ian Wright. Le donne filavano, gli anziani raccontavano ai giovani fiabe e storie dei tempi lontani; se tra gli abitanti del baglio c’era un poeta, lo si invitava a improvvisare dei versi, che venivano sempre applauditi.